La storia

 


La linea di trimotori avviata dalla SIAI Marchetti con lo S. M. 73 ebbe il suo più valido e famoso esponente nel modello S. M. 79. Più noto con il nome ufficiale di Sparviero (ma affettuosamente ribattezzato Gobbo a causa della sua caratteristica carenatura dorsale) questo aereo conquistò un posto di primissimo piano nel corso del conflitto mondiale, inserendosi a buon diritto tra gli immortali protagonisti della storia dell'aviazione. Lo S. M. 79 fu presente su tutti i fronti dal primo all'ultimo giorno di guerra per l'Italia e, pur nato come bombardiere, scoprì il suo vero ruolo in una specialità ancora più aggressiva, quella del siluramento, nella quale si rivelò una macchina insuperabile. Dall'ottobre del 1936 al giugno del 1943 le linee di montaggio realizzarono ben 1. 217 esemplari di questo trimotore, una quantità decisamente superiore alle medie produttive dell'industria aeronautica italiana del periodo.

La nascita dello S. M. 79 risale al 1934 quando Alessandro Marchetti decise di sviluppare un più moderno derivato dei modelli S. M. 73 da trasporto commerciale e S. M. 91 da bombardamento. La formula di progetto rimase sostanzialmente la stessa (monoplano ad ala bassa con struttura in legno e metallo e rivestimento misto, configurazione a tre motori) , ma notevoli furono i miglioramenti e le innovazioni. Tra questi, unità motrici più potenti(con il conseguente incremento delle prestazioni generali) ; aerodinamica nettamente migliorata; carrello principale retrattile.

Il primo volo del prototipo, che era stato concepito come aereo commerciale a otto posti e che, nelle intenzioni del costruttore doveva partecipare alla competizione Londra-Melbourne, ebbe luogo nell'ottobre del 1934, ai comandi di Adriano Bacula, dall'aeroporto di Cameri (Novara). Le caratteristiche della macchina impressionarono immediatamente, soprattutto la velocità, che toccava punte di 335 km/h a livello del mare e oltre 400 in quota. Il prototipo non fece in tempo a prendere parte alla gara internazionale, ma la sua messa a punto procedette ugualmente. Nella estate 1935 i motori originali Piaggio P. IX da 610 hp furono rimpiazzati con Alfa Romeo da 750 hp e le prestazioni dello S. M. 79 migliorarono ancora: a settembre ben sei record mondiali di velocità (rispettivamente sui 1. 000 e 2. 000 km con carichi utili di 500, 1. 000 e 2. 000 kg) furono battuti dal prototipo, che volò a 390, 971 e 380, 952 km/h. Immediato fu l'interesse delle autorità militari, che chiesero un secondo prototipo in configurazione da bombardamento.

Lo S. M. 79 debuttò in Spagna a partire dal febbraio 1937, ma, anche dopo l'inizio dell'impiego operativo, proseguì intensa la sua attività sportiva. Il 20-21 agosto 1937 cinque S. M. 79C (Corsa) si piazzarono ai primi cinque posti nella corsa Istres-Damasco-Parigi, con il vincitore che percorse i 6. 190 km a una media di 352, 789 km/h, con punta massima di 424. Nel gennaio 1938 altri tre S. M. 79T (Transatlantico) percorsero i 9. 850 km da Guidonia a Rio de Janeiro(via Dakar) a una media di 404 km/h. Il 4 dicembre un esemplare munito di motori Piaggio P. XI da 1. 000 hp migliorò ancora il primato di velocità (472, 825 km/h di media su 1. 000 km, con carico di 2. 000 kg) .

La produzione completò anche 113 esemplari della versione bimotore S. M. 79B, destinata all'export (fu venduta alla Jugoslavia, all'Iraq, alla Romania e al Brasile) , mentre la variante finale trimotore, migliorata e potenziata nei propulsori e nell'armamento, apparve nel 1943.

Allo scoppio del conflitto erano in linea 594 S. M. 79, che affiancarono ben presto il ruolo di silurante a quello iniziale di bombardiere. In questa specialità gli aerei vennero mantenuti anche dopo l'armistizio, da parte dell'aviazione della R. S. I. , mentre, nel dopoguerra, gli esemplari superstiti servirono per alcuni anni come trasporti e, infine, come traino bersagli. La radiazione definitiva avvenne nel 1952, con la demolizione degli ultimi aerei rimasti.




 

 

 

 

Paolo Matricardi- Guida agli aeroplani di tutto il mondo, Vol.3 - Mondadori Editore