La storia

Tra gli immortali della storia dell'aviazione, un posto di rilievo spetta al Fiat C.R. 32, uno degli ultimi caccia biplani, tipico esponente della generazione di aerei da combattimento dell'immediato anteguerra. Quando apparve, nel 1933, l'agile aeroplano di Celestino Rosatelli suscitò impressione ed entusiasmo per le sue eccezionali caratteristiche e la sua fama divenne quasi leggenda nel corso della guerra di Spagna, dove ebbe il battesimo del fuoco. Fu un successo, comunque, che venne pagato assai duramente negli anni seguenti. Tecnici e militari, infatti, concentrarono il loro interessee sulla formula biplana, trascurando quella che era ormai la logica evoluzione dell'aereo: il monoplano. Di conseguenza, l'Italia continuò a produrre biplani da combattimento per molti anni. Macchine eccellenti, fra le quali il C.R. 42, diretto successore del C.R.32, ma con tutte le limitazioni tipiche della formula, specialmente in fatto di armamento e velocità. E così, allo scoppio della seconda guerra mondiale, mentre inglesi e tedeschi disponevano già di caccia molto avanzati, quali gli Hawker Hurricane e Supermarine Spitfire e i Messerschmitt Bf.109, il nucleo di aerei da combattimento della Regia Aeronautica era prevalentemente composto da C.R.42 e C.R.32, con pochi esemplari dei nuovi monoplani Fiat G.50 e Macchi M.C.200, in ritardo di almeno tre anni rispetto agli avversari. Il progetto del C.R.32 venne impostato da Celestino Rosatelli nel 1931. Era la logica evoluzione di un aereo appena terminato, il C.R.30, da cui il progettista voleva derivare una macchina più veloce e maneggevole. Il nuovo caccia era di minori dimensioni, con superficie alare ridotta e numerose migliorie di dettaglio. Conformazione e struttura generale, tuttavia, erano le stesse nei due tipi. La struttura era interamente metallica, il rivestimento in tela, con l'unica eccezione della parte anteriore della fusoliera, in metallo. L'ala era assai semplice e robusta, dalla caratteristica formula sesquiplana, con la superficie inferiore -cioè- nettamente più piccola di quella superiore. Il motore era lo stesso del C.R. 30: un Fiat a 12 cilindri a V raffreddato a liquido, da 600 cavalli, che azionava un'elica bipala metallica. Il prototipo volò per la prima volta il 28 aprile 1933 e l'anno successivo fu avviata la produzione di serie. I primi esemplari arrivarono ai reparti nella primavera del 1935 e il 4° Stormo C.T di base a Gorizia fu il primo a riequipaggiarsi interamente con il nuovo caccia, seguito ben presto dal 1°, dal 2° e dal 3° Stormo C.T. Nel frattempo la produzione andava avanti massiccia, incorporando altre tre varianti successive alla prima serie: di questa furono completati 383 esemplari; della versione Bis, costruita a partire dal '37, 328 unità; della variante Ter, realizzata nella seconda metà dello stesso anno, 100 esemplari; l'ultima versione, Quater, portò il totale complessivo a 1.212 esemplari. Le versioni differivano nell'armamento e in particolari strutturali e aerodinamici di minore entità. L'ultimo C.R.32 uscì dalla catena di montaggio nella primavera del 1938, per dar posto al successore C.R.42. L'impiego bellico del C.R. 32 fu in Spagna a partire dal 1936, anno in cui i primi di un lotto di 380 aerei da caccia furono inviati a far parte della Aviacion del Tercio nazionalista, e sui fronti greco-albanese, del Mediterraneo e dell'Africa Orientale nel primo anno della seconda guerra mondiale. I 177 C.R.32 efficienti allo scoppio del conflitto rimasero nei reparti da combattimento fino all'aprile 1941.

 

 

Paolo Matricardi- Guida agli aeroplani di tutto il mondo, Vol.2 - Mondadori Editore