La storia


Dopo lo M. C. 200 Saetta, la famiglia di aerei da combattimento realizzata dalla Macchi a partire dalla seconda metà degli anni trenta si arricchì nel 1940 di un nuovo, più valido modello. Questo fu lo M. C. 202 Folgore, una macchina che complessivamente (per le sue caratteristiche, la quantità della produzione e la vastità dell'impiego) è ricordata come il miglior caccia italiano messo in linea dalla Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale. In servizio dal novembre 1941, il Folgore operò praticamente su tutti i fronti e le linee di montaggio, dal maggio 1941 all'agosto 1943, completarono poco più di 1.100 esemplari, suddivisi tra la stessa Macchi, la Breda e la SAI Ambrosini.

L'elemento che permise di ottimizzare la valida cellula del modello 200 fu la disponibilità del motore tedesco Daimler Benz DB 601 e, da questo punto di vista, la realizzazione del nuovo caccia Macchi segnò una svolta fondamentale nella filosofia progettuale fino ad allora seguita dall'industria aeronautica italiana. Questa prevedeva l'impiego di propulsori radiali, il cui sviluppo era stato preferito a quello dei motori in linea raffreddati a liquido. E ciò nonostante i brillanti risultati raggiunti proprio in questo ultimo settore nel corso delle diverse competizioni aeronautiche del periodo tra le due guerre, Coppa Schneider in particolare.

I limiti di questa scelta, tuttavia, erano apparsi evidenti sin dalle prime esperienze belliche: i caccia della cosiddetta prima generazione (Fiat G. 50 e Macchi M. C. 200) si erano rivelati del tutto inadeguati e affatto competitivi non solo nei confronti dei diretti avversari britannici, ma anche verso i contemporanei prodotti del principale alleato, la Germania. Le penalizzazioni più evidenti derivavano non solo dagli evidenti limiti aerodinamici imposti dalla installazione di un massiccio propulsore radiale, ma anche e soprattutto dalla potenza relativamente scarsa a disposizione. Fu così che, nella ricerca di un valido motore in linea indispensabile per seguire l'evoluzione degli aerei da combattimento più avanzati, l'Italia ricorse all'aiuto tedesco, prima con l'importazione dei Daimler Benz DB 601, poi con la loro costruzione su licenza da parte dell'Alfa Romeo e della Fiat. Anche se in ritardo, questa scelta si rivelò giusta: proprio i motori Daimler Benz nelle loro diverse varianti, infatti, resero possibile la realizzazione dei caccia più prestigiosi della Regia Aeronautica, gli ottimi Macchi M. C. 205, Fiat G. 55 e Reggiane Re. 2005 appartenenti alla "serie 5" che , pur giunti troppo tardi e costruiti in pochi esemplari, si imposero tra i migliori in assoluto del conflitto e riportarono la produzione aeronautica italiana al livello di totale competitività con quella internazionale.

Fu nel 1940 che la Macchi acquistò di propria iniziativa un esemplare del propulsore tedesco e avviò gli studi per una nuova versione del Saetta. Progettista era lo stesso Mario Castoldi e il prototipo, che esordì in volo il 10 agosto, conservava del diretto predecessore le ali e gli impennaggi. Completamente diversa, invece, era la fusoliera, caratterizzata da linee particolarmente curate dal punto di vista aerodinamico e dalla cabina chiusa. Sin dai primi collaudi le prestazioni del nuovo aereo si rivelarono nettamente superiori: in particolare la velocità orizzontale toccava i 600 km/h e quella ascensionale permetteva di raggiungere i 6. 000 metri in 5 minuti e 55 secondi. Unico neo l'armamento, limitato a due mitragliatrici da 12, 7 mm sincronizzate per sparare attraverso l'elica; ad esso, comunque, si tentò di migliorare nelle ultime serie di produzione aggiungendo altre due armi di calibro inferiore nelle ali.

Immediatamente ordinato in quantità, il Folgore esordì in operazioni in Libia e la sua attività si estese ben presto a tutto il fronte africano, a quello balcanico, al teatro mediterraneo e al fronte russo. L'impiego proseguì anche dopo l'armistizio, sia nei reparti dell'Aviazione cobelligerante che in quelli della Repubblica Sociale Italiana. Gli esemplari superstiti vennero impiegati per addestramento nella Aeronautica Militare Italiana fino al 1948.

 

 

Paolo Matricardi- Guida agli aeroplani di tutto il mondo, Vol.3 - Mondadori Editore